LA CHIESA di CAMPITELLO
Comune di SCHEGGIA-PASCELUPO
Campitello


LAPIDE CONSERVATA NELLA CHIESA DI CAMPITELLO


CARTINA DI CAMPITELLO
Campitello

I MIEI RICORDI DI CAMPITELLO

Quando il pane si faceva in casa.

FILE DI PANE PORTATE AL FORNO DELLA Cattarina Purtroppo non sono riuscito a trovare foto di Campitello com'era una volta, e nemmeno ho mai fotografato le donne che venivano al forno della Cattarina con in testa le tavole con le file di pane da cuocere, quelle rimangono vivide solo nei miei ricordi, e ne ho fatto uno schizzo che allego, anche il forno fotografato non è quello di Campitello, ma prossimamente conto di poter allegare una foto del vero forno delle Case Alte. Naturalmente oggi il forno non è più in funzione, la Cattarina è morta, pace all'anima sua, e quasi tutte le famiglie di cui parlerò sono emigrate a Roma e a Torino, solo d'estate ritorna per il 15 agosto qualcuno dei miei amici, i ragazzi di 70 anni fa...

Quando ero un ragazzino, 70 anni fa, d'estate andavamo in ferie a Campitello un piccolo paesino in comune di Scheggia e Pascelupo, dove era nato mio padre e dove avevamo una casetta nella frazioncina chiamata "Case Alte".
Proprio davanti alla nostra casa c'era il forno della Cattarina.
Ogni giorno una delle sei famiglie che abitavano alle Case Alte veniva al forno per cuocere il pane.
E quindi ogni giorno, verso le nove, arrivava una donna con in testa una lunga tavola dove erano allineate le pagnotte da cuocere, ricoperte da un telo bianco; ogni famiglia sapeva già quante file di pane erano necessarie per tutta la settimana, di solito si andava da un minimo di 7 a un massimo di 14 per le famiglie più numerose.
Il lunedì veniva la Viola con in testa una tavola piena di file di pane da cuocere, lei aveva il marito e 6 figli e quindi il pane da cuocere era tanto, tanto, tanto.
Il martedì faceva il pane la Cattarina solo per lei, il marito e il figlio Angelo.
Il mercoledì faceva il pane mia zia Lucia e anche lei aveva il marito e quattro figli e poi ce ne dava un po' anche a noi...
Poi il giovedì veniva La Rosa, lei aveva il marito e tre figli e anche la suocera...
IL FORNO DELLA Cattarina A CAMPITELLO Il venerdì toccava alla Fermina che aveva una figlia sposata e due nipotine.
Il sabato invece veniva la moglie di Cesarone, anche lei aveva il marito e cinque figli però abitavano un po' più lontano da noi, e cosí ormai hanno costruito un forno sotto casa tutto per loro.
La Domenica invece il forno era a disposizione di tutti, su prenotazione con la Cattarina si portavano arrosti di pollo, arrosti di coniglio, e dolci, tanti dolci specialmente se c'erano dei giorni di festa come il 15 agosto, tutte le famiglie portavano al forno le loro teglie e la Cattarina doveva fare due cotture, prima i dolci, e poi gli arrosti e le lasagne, che così arrivavano in tavola belli caldi!
Solo la Cattarina sapeva regolarsi con la legna, con tanti anni di esperienza solo lei sapeva quante fascine mettere per scaldare il forno al punto giusto, tante se il forno era freddo dal giorno prima, ma pochissime se era già caldo per aver cotto i dolci la mattina, lei era un vero termostato vivente.
E quando la legna aveva smesso di ardere e rimaneva solo un po' di brace, la Cattarina raccoglieva i ramoscelli verdi di certi cespugli che chiamano nebbi e con essi formava una scopa per pulire il pavimento del forno dalla cenere e spostare le braci sul fondo, e subito dopo cominciava a infornare le file di pane con una pala di legno lunghissima e poi richiudeva lo sportello di ferro.
PANE UMBRO FATTO IN CASA
Ma poi, quando lo sportello veniva aperto, si spargeva nell'aria un profumo pazzesco che anche ora mi fa venire l'acquolina in bocca... Era pane umbro, senza sale, diverso dalle ciriole e dalle fruste e dalle rosette che mangiavamo a Roma, ma com'era buono... A me, ne davano subito un pezzetto, il culetto della prima pagnotta, ancora bollente, ma croccante e profumato... Ancora lo ricordo come se fosse ieri...



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